Il tartufo – il frutto un tempo proibito dell’Istria slovena

Fino a cento e più anni fa, gli abitanti dell’Istria non conoscevano il tartufo e di certo non sapevano dell’esistenza del tartufo istriano. Eppure, per tutto questo tempo, questo frutto così pregiato, si nascondeva proprio sotto i loro piedi, coperto da uno strato di terra rossa istriana. Questo fatto in fondo non è così sorprendente, dato che i ricchi buongustai italiani e francesi raramente si avventuravano nell’entroterra istriano, tra le sue piccole e isolate casette in pietra e i suoi muri, vigneti e prati comuni.
I primi tartufi in Istria furono scoperti dagli italiani negli anni Venti del 19° secolo. Che ci crediate o no, la storia racconta che il tartufo istriano deve la propria scoperta alla costruzione della rete idraulica. “Questi eventi non si sono svolti in un tempo molto lontano dal nostro e ci sono ancora alcuni residenti anziani dei villaggi istriani che gli hanno vissuti in prima persona. Ci sono ancora alcune nonne che sono più che felici di raccontare storie che risalgono ai tempi della loro gioventù, di come gli ingegneri italiani trovarono il primo tartufo istriano, durante la costruzione della rete idraulica nell’entroterra. Altri vi diranno che fu una ricca signora italiana a insegnare agli Istriani dove si possono trovare i tartufi. Chiunque sia stato, una cosa è certa: il paesaggio istriano, così simile al paesaggio della Toscana, che ha una tradizione molto più lunga della cacca al tartufo, deve avergli dato l’idea che valeva la pena di tentare. E ovviamente, questa persona avena più che ragione.” È così che racconta la storia del tartufo istriano a un gruppo di visitatori dalla Svezia il storyteller di IstraTerra Gabrijel Križman, con tanta passione nello sguardo ed altrettanto entusiasmo, accentuando le proprie parole con il linguaggio del corpo. Dopo aver sentito questa storia, i nostri ospiti spesso ci chiedono cosa ci facessero gli Italiani da queste parti e sono sorpresi di sapere che queste terre una volta appartenevano all’Italia. (Per saperne di più su tutte le nazioni che popolano la nostra bellissima Istria, cliccate su questo link.)
Se il tartufo istriano deve la sua scoperta alla costruzione della rete idraulica, la sua popolarità è il risultato di un divieto di raccolta di tartufi. Per un lungo periodo, i tartufi furono un frutto della natura vietato e allo stesso tempo estremamente ricercato. Durante il divieto, i tartufai dell’Istria Slovena riuscirono a raccogliere tra i 150 e i 200 chilogrammi di tartufi ogni anno. Nonostante il fatto che il divieto non abbia avuto alcun effetto, i tartufai sono riusciti a farlo revocare solo nel 2011. È solo da allora che le osterie slovene (istriane) possono liberamente servire ai propri ospiti il tartufo nostrano.
Il tartufo istriano prospera ai margini del bosco, circondato da faggi, querce, pioppi e dal prugnolo. Dal mese di marzo, offriamo ai nostri clienti più curiosi e avventurosi, l’esperienza della caccia al tartufo, insieme alla nostra tartufaia Sara Kocjančič e alla sua fedele compagna canina Liza. Attualmente si va a caccia del tartufo nero, ma in tardo autunno inizia la stagione del più pregiato tartufo bianco, conosciuto anche come oro bianco.
I tartufi sono approssimativamente grandi quanto un uovo, ma non potrete mai trovarli senza l’aiuto di un esperto, poiché, a differenza della maggior parte dei funghi, non hanno parti che crescono al di sopra del suolo. Ciò significa che la caccia al tartufo richiede molto più di una semplice passeggiata per i boschi. Si tratta di un’esperienza che non sarebbe possibile senza l’olfatto acuto di Liza e senza l’esperienza e la conoscenza del bosco della tartufaia. In questa esperienza sono incluse le storie e le memorie dei tempi passati e tanti divertenti aneddoti, che vi terranno occupati mentre aspettate, con impazienza, di assaggiare per la prima volta i fusi istriani fatti in casa con i tartufi che avete appena raccolto.